La tecnologia, al giorno d’oggi, è in grado di mettere a disposizione
di piccole aziende e perfino di singoli utenti la possibilità di realizzare
oggetti con precisione microscopica a partire da modelli tridimensionali
realizzati tramite un computer.
Le macchine che costruiscono l’oggetto strato dopo strato
sono dette “stampanti 3D” e sono già utilizzate dai progettisti di grandi
aziende per realizzare i loro prototipi: il loro costo è diminuito tanto da
poter essere alla portata di piccoli studi, degli utenti più stravaganti o
anche del semplice appassionato di gadget tecnologici.
Gli oggetti, da semplici fantasie della mente, diventano
disegni ottenuti con appositi programmi software per poi diventare realtà
tramite scanner tridimensionali che li “riprendono dal vero”. È possibile anche
la creazione di oggetti con software che ricostruiscono l’oggetto
tridimensionale a partire da una serie di foto.
Il prezzo della materia prima, utilizzata per queste realizzazioni
dalle stampanti 3D, sta scendendo: un mattoncino di ABS (così si chiama la
materia prima) costa circa 30 dollari ma si sta sperimentando una miscela di
polvere ceramica, zucchero e maltodestrina che costa poco più di un dollaro a
parità di materia prima.
Potrebbe essere questo l’addio al copyright? Già da tempo,
anzi, da molto tempo, le strade delle nostre città e dei nostri paesi sono piene
di chioschi e bancarelle, più o meno abisive, che vendono copie quasi esatte
degli oggetti firmati che sono in bella mostra nelle vetrine dei negozi
circostanti, venduti a prezzi stratosferici. Con questa innovazione, altro che vestiti
ed accendini.... si copierebbero anche il Colosseo o il Duomo di Milano!
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