Italia in Pillole: Il robot pianista

giovedì 8 novembre 2012

Il robot pianista


È proprio vero che la tecnologia sta facendo passi da gigante, in particolare da circa sessant’anni a questa parte. Sempre più piccoli sono i computer, sempre più interattivi i telefoni cellulari che, se prima consentivano soltanto di inviare/ricevere telefonate ed sms, oggi fanno di tutto e poco ci manca che facciano anche il caffè....

Quindi non sembrerà strano che ci sia stato un fuori abbonamento davvero speciale per l’Orchestra Sinfonica Siciliana, che domenica 4 Novembre 2012 ha ospitato al Politeama di Palermo il concerto di Teo Tronico, il robot pianista capace di eseguire un vasto repertorio classico. Il robot non spreca minimamente tempo e senza esitazione o tremolio di voce per l’emozione parla con il pubblico: “Buonasera, sono Teo Tronico, il pianista romantico del nuovo millennio”: si presenta così al l’androide inventato dall’ingegnere italiano Matteo Suzzi, e che tiene a definire i pianisti umani “obsoleti” ed “in via di estinzione”.

Teo Tronico, ultimo di una generazione di robot pianisti, è capace di suonare un vastissimo repertorio concertistico classico, interpretando in maniera letterale la partitura originale, così com’era stata pensata e “pentagrammata” dal compositore. Questo pianista del terzo millennio, collegato ad un pianoforte digitale suonato dal “ghost-pianist” Roberto Prosseda, ha eseguito il Concerto per pianoforte ed orchestra K 488 di Mozart con l’Orchestra Sinfonica Siciliana: in Italia è la prima volta in assoluto che un concerto per pianoforte ed orchestra sia eseguito al pianoforte dal vivo da un robot.

Chissà se Mozart, Bach, Beethoven e gli altri grandi della musica classica, partecipando ad un concerto di questo tipo apprezzerebbero il fatto che nella loro musica risuonino note futuristiche e, soprattutto, che a suonarle non sia un essere umano ma un robot. Sicuramente, volendo o no, il pianista “umano” suonando una melodia tende ad interpretarla, ma se nell’armonia con gli altri strumenti, questa interpretazione non stona, allora ben venga che la musica continui ad essere suona dall’uomo!

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