Quando Ancel Keys, in uno studio da lui effettuato, per
definire l’alimentazione ideale inventò l’espressione “dieta mediterranea”,
aveva decisamente ragione.
Parlare di buona alimentazione non vuol dire mangiare solo spaghetti
al pomodoro con basilico, come crede il senso comune globale, da New York a
Tokyo, ma vuol dire mangiare verdure a chilometro zero, mangiare i legumi, e
con moderazione anche pesce, carne, soprattutto bianca, e latticini, meglio
ancora se si tratta di formaggio di capra e la frutta secca.
Naturalmente tutto fa bene, ma tutto fa male allo stesso
tempo: il segreto sta nel bilanciare la quantità moderata con la qualità dei
prodotti! Questo segreto non è solo un modo di mangiare e ben che meno una cura
dimagrante, ma è, potremmo dire, una vera e propria filosofia di vita, tanto
che la parola greca “diaita” da cui deriva la nostra parola dieta, vuol dire
proprio “modo di vivere”: poco stress, equilibrio ambientale, cibo sano,
variato e, naturalmente, senza eccessi.
Il luogo dove trovare tutto questo? Ma naturalmente in
Italia e, in particolare, nel Cilento; infatti, pare proprio che i Cilentani
abbiano fatto tesoro degli insegnamenti di Ippocrate, creatore dell’arte medica
occidentale, che diceva di fare del cibo la propria medicina in modo che la
medicina fosse il tuo cibo.
Insomma i nipotini di Parmenide, il filosofo dell’essere,
nato a Velia, hanno inventato l’abbondanza frugale con qualche millennio di
anticipo sull’ambientalismo contemporaneo. Infatti nel Cilento l’alternativa essere o benessere non è un problema.
Da uno studio scientifico risulta che, in questa pozione d’Italia,
già negli anni Sessanta l’aspettativa di vita media aveva raggiunto quegli
standard che il resto del nostro Paese dovrebbe raggiungere nel 2025. Ma per i
Cilentani queste non sono solo proiezioni ipotetiche: qui si vive dagli otto ai
dieci anni in più che nel resto della penisola.
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