Davanti
alle telecamere in questi ultimi mesi abbiamo sentito più volte da destra e da
sinistra l’invito a fare tutti insieme degli sforzi per far ripartire
l’economia italiana cercando di far risparmiare il più possibile la “macchina
Italia” facendo tagli agli stipendi ed aumentando le tasse. Tribune politiche e
telegiornali hanno mostrato dibattiti continui su come fare, su quale fosse la
soluzione migliore e tutti a dire che “Se facciamo tutti uno sforzo, lo sforzo
è minore”. Ma, questi interventi hanno portato a situazioni strane che mai
forse pensavamo di poter vedere: avrete notato come siano sempre di più coloro
che rovistano nei secchioni della spazzatura in cerca di qualcosa da mangiare o
per vestirsi? Non si tratta solo di extracomunitari, ma anche di Italiani che
non riescono più ad arrivare alla fine del mese.
Ma
loro, i parlamentari, cos’hanno fatto? Anche questa volta si sono tenuti
stretti lo stipendio, cosicché i costi della politica non cambieranno e
passeranno le feste di Natale “abbottandosi” come il loro solito.
Saranno
pure divisi da ideologie e pensieri, ma quando si tratta di salvaguardare i
loro privilegi, non c’è più differenza di colore politico, tutti sono attaccati
a quella poltrona.
Non
è la prima volta che il Parlamento riesce a dribblare simili proposte che
tentano di mettere mano nelle loro onorevoli tasche: già lo scorso anno, a
luglio, la Commissione Bilancio del Senato aveva bocciato, durante una
votazione notturna e segreta, i provvedimenti da adottare per ridurre i costi
della politica, annunciati dall’allora ministro dell’economia Giulio Tremonti.
Forse
i carissimi onorevoli non si sono accorti che l’era dei privilegi comincia a
finire e che sono seduti su poltrone che scottano e che potrebbero crollare
definitivamente in una sola notte: arrivare ad una rivolta stile “rivoluzione
francese” forse è troppo e non servirebbe a molto ma forse riuscirebbe a
mettere freno all’avidità assurda dei politici Italiani.
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