Quando un alunno delle elementari di Ceredigion, nel Galles centrale, ha raccontato che a scuola non gli permettevano di andare in bagno se formulava la richiesta in inglese anziché in gallese, inizialmente i genitori sembravano scettici, ma hanno comunque deciso di indagare.
E alla fine hanno scoperto che quello della toilette negata era solo uno dei tanti, assurdi comportamenti messi in atto dagli insegnanti delle scuole della zona che, auto-proclamatisi difensori d’ufficio della lingua gallese, avevano terrorizzato a tal punto i loro scolari che un bimbo di sei anni si rifiutava sistematicamente di parlare in inglese a casa, nel timore di finire nei pasticci, mentre ad un altro era stato intimato «di andare a vivere in Inghilterra» se voleva parlare in inglese e un terzo era stato accusato «di uccidere il gallese» perchè si esprimeva in inglese.
Ma quando una coppia di genitori si è sentita “suggerire” di non leggere le fiabe della buonanotte nell’odiato idioma «perché questo ostacolava l’apprendimento del gallese», si è capito che la misura era colma e che era il caso di intervenire: il dossier con tutte le rimostranze genitoriali nei confronti degli istituti elementari della contea è stato così inviato a Keith Towler che, in qualità di Children’s Commissioner for Wales, si è preso carico della delicata questione.
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