E’ successo qualche giorno fa.
I siti coinvolti: unisi.it, unisa.it, uniroma1.it, anotonianum.eu, econoca.it, uniba.it, unibocconi.it, unifg.it, unime.it, unimib.it, uniurb.it, unibo.it, unipv.it, unina2.it, unile.it, polimi.it, unito.it, unimo.it.
Sono state rubate informazioni personali di studenti e professori che poi sono state diffuse in rete tramite Torrent.
I responsabili sono hackers appartenenti al gruppo LulzStorm che hanno subito rivendicato l’attacco su Twitter.
Hanno spiegato che si è trattato solo di un atto dimostrativo per mettere in evidenza le falle dei siti universitari, la cui gestione è spesso affidata a webmasters incompetenti.
“Italiani, come potete affidare i vostri dati a tali idioti? E' uno scherzo? I loro siti sono pieni di debolezze. Cambiate password ragazzi; cambiate concetto di sicurezza, università. Avremmo potuto rilasciare molto di più, avremmo potuto distruggere db e reti intere. Siete pronte per tutto questo?"
Come dargli torto!
Intanto gli studenti possono iniziare già da subito a cambiare le password, magari con un po’ di fantasia riusciranno anche a creare password più sicure che non abbiano niente a che fare con il proprio nome o la propria data di nascita!
Poi, naturalmente, anche le università dovranno fare la loro parte migliorando la sicurezza dei loro siti.
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