La carne, secondo l'ottica della chimica organica, ha tutte le credenziali per essere un alimento che fornisce sostanze plastiche, cioè che concorrono alla formazione e al mantenimento del corpo, ed ha le credenziali per essere un alimento di apporto calorico. La carne è ricca di proteine ma il suo apporto di minerali e vitamine non è equilibrato e manca completamente della vitamina A. Il lato negativo delle proteine della carne sta nei suoi amminoacidi che, se pur vero siano maggiori di quelli vegetali, sono agenti dell'autointossicazione quotidiana dei soggetti che se ne cibano.
La continua assunzione di carne provoca un aumento dei gerni dell'intestino che passa da 2000 fino a 70.000 circa per millimetro cubo ( notizia trasmessa alla Società di Biologia dai dottori Gilbert e Dominicé ). Senza scendere in dettagli chimici e fisici basti dire che i germi che si sviluppano nell'intestino non hanno una sana fermentazione ma una fermentazione putrida la quale si trasforma in focolaio per le insorgenze batterico patologiche. In casi di deficit nel processo di urogenesi l'assunzione di carne può causare addirittura il coma epatico. Da ricordare inoltre le caratteristiche biofisiologiche tossiche presenti nella carne quali la xantina, la cadaverina e la creatina, a cui vanno aggiunte le tossine sviluppate per fatica, paura e stress degli animali condotti al macello, quali l'istamina
Insomma, nell'organismo la carne svolge un azione tossica; è un accumulatore di acido urico ed è un alimento anticipatore della vecchiaia. La natura biofisiologica del nostro organismo non è adatta a metabolizzare la carne perchè il nostro apparato digerente è costruito per ricevere alimenti freschi e ricchi di fibre grezze, inispensabili per la sua normalità fisiologica perchè stimolano la peritasi intestinale e favoriscono il drenaggio delle scorie e della bile che nell'alimentazione carnea viene maggiormente secreta e che deve essere espulsa quanto prima perchè se rimane a lungo nell'intestino da origine a sostanze altamente cancerogene, quali l'acido apcolico ed il 3 metilcolantrene. Non essendo la carne costituita da fibre grezze non solo non stimola l'evaquazione intestinale ma concorre maggiormente allo stato putrefattivo dell'intestino crasso e quindi dell'alterazione delle sua funzionalità.
La tossicità della carne è oggi doppia di quella che era un tempo perchè gli animali destinati alla nostra alimentazione vengono nutriti con mangimi, inoltre gli animali in cattività sono maggiormente soggetti a malattie epidemiche. Le carni grasse o insaccate vengono trattate con una lista di additivi chimici che da sola fa passare la voglia di nutrirsene. La cottura della carne infine fa si che tutte le sostanze organiche e inorganiche non vengano metabolizzate e catalizzate ma rimangano in circolo nell'organismo dando origine alla trasformazione della cellula ematica e linfatica le quali si manifestano con l'insorgere di patologie diverse, talvolta anche neoplastiche e tumorali.
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