20 marzo 1944: in seguito alle gravi perdite subite nel corso della battaglia di Cerrè Sologno del 15 marzo 1944, truppe naziste della divisione Goering - con la milizia fascista a fare da "palo" - rastrellano e giustiziano 22 inermi civili all'interno della chiesa della cittadina di Cervarolo, oltre ad altre 2 vittime.
Oggi, 7 luglio 2011, finalmente si giunge alla sentenza del processo riguardante l'eccidio di Cervarolo (RE) ed altri episodi simili che si svolsero nell'area dell'appennino tosco-emiliano: condannati all'ergastolo ben 7 sottufficiali e ufficiali che comandarono il massacro.
Una sentenza molto importante, come scrive Istoreco (Istituto per la storia della Resistenza): "Questa sentenza non è solo da ricordare per la condanna dei militari tedeschi ma anche per la condanna al risarcimento della Germania come responsabile civile dei fatti. La sentenza può rappresentare la speranza che il rischio di onerosi risarcimenti costituisca un deterrente per i potenziali promotori di altre guerre. La Corte di Cassazione italiana, ricordiamo, aveva ribadito che gli Stati non possono pretendere la validità del principio di immunità, al quale si vuole invece rifare la Germania. Se al contrario passasse la linea che i diritti umani sono da considerare più importanti dell'immunità dello Stato, si creerebbe un precedente positivo che riguarderebbe non solo il 1944 ma anche le guerre future".
Per tutelare i propri interessi, infatti, la Germania ha presentato azione legale presso la corte dell'Aja contro le decisioni dei tribunali italiani.
"Anche se la giustizia arriva solo dopo decenni di occultamenti delle indagini (il famoso armadio della vergogna) questa sentenza è un passo importante per le vittime e i loro familiari perché riconosce il loro ruolo nella ricerca instancabile della giustizia e fa chiarezza sul ruolo dei civili nella storia delle guerre: persone innocenti offese da un crimine imprescrittibile. Noi siamo vicini a loro. La sentenza di oggi fa giustizia sul marzo 1944 a Cervarolo, ma lancia anche un messaggio importante da custodire per le generazioni future".
Sentenza storica, ma avremmo preferito che mai la divisione Goering avesse messo piede in Italia.
Oggi, 7 luglio 2011, finalmente si giunge alla sentenza del processo riguardante l'eccidio di Cervarolo (RE) ed altri episodi simili che si svolsero nell'area dell'appennino tosco-emiliano: condannati all'ergastolo ben 7 sottufficiali e ufficiali che comandarono il massacro.
Una sentenza molto importante, come scrive Istoreco (Istituto per la storia della Resistenza): "Questa sentenza non è solo da ricordare per la condanna dei militari tedeschi ma anche per la condanna al risarcimento della Germania come responsabile civile dei fatti. La sentenza può rappresentare la speranza che il rischio di onerosi risarcimenti costituisca un deterrente per i potenziali promotori di altre guerre. La Corte di Cassazione italiana, ricordiamo, aveva ribadito che gli Stati non possono pretendere la validità del principio di immunità, al quale si vuole invece rifare la Germania. Se al contrario passasse la linea che i diritti umani sono da considerare più importanti dell'immunità dello Stato, si creerebbe un precedente positivo che riguarderebbe non solo il 1944 ma anche le guerre future".
Per tutelare i propri interessi, infatti, la Germania ha presentato azione legale presso la corte dell'Aja contro le decisioni dei tribunali italiani.
"Anche se la giustizia arriva solo dopo decenni di occultamenti delle indagini (il famoso armadio della vergogna) questa sentenza è un passo importante per le vittime e i loro familiari perché riconosce il loro ruolo nella ricerca instancabile della giustizia e fa chiarezza sul ruolo dei civili nella storia delle guerre: persone innocenti offese da un crimine imprescrittibile. Noi siamo vicini a loro. La sentenza di oggi fa giustizia sul marzo 1944 a Cervarolo, ma lancia anche un messaggio importante da custodire per le generazioni future".
Sentenza storica, ma avremmo preferito che mai la divisione Goering avesse messo piede in Italia.
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