Italia in Pillole: Manovra economica 2011

giovedì 21 luglio 2011

Manovra economica 2011

La manovra economica 2011 (D.L. 98/2011 del 6 luglio) è stata approvata in tempi record la scorsa settimana.
Un breve iter parlamentare e poi il Presidente della Repubblica, sabato scorso, ha annullato appositamente alcuni impegni istituzionali per promulgare la legge: L. 111/2011 del 16 luglio.
E tutto questo per mettere fine agli attacchi speculativi che avevano preso di mira il nostro paese in quei giorni, anche se, in realtà, la speculazioni sui Titoli di Stato Italiani è continuata anche nei giorni successivi.
Le opposizioni hanno raccolto l’appello alla responsabilità lanciato dal Capo dello Stato in un momento così difficile per il paese, ma, durante la discussione in aula, hanno criticato apertamente l’operato del governo.
La manovra non piace. “Ad essere colpiti sono come sempre i più deboli ma c’è nessun progetto per la crescita che possa davvero mettere il paese al riparo da futuri attacchi speculativi sui mercati”; questa è in sintesi la posizione dei partiti di minoranza.
Posticipo progressivo dei pensionamenti, ticket sanitari più cari, prelievo del 5% sulle pensioni d’oro e minor indicizzazione degli assegni al costo della vita, maggiori imposte di bollo sui titoli, riduzione delle deduzioni, delle detrazioni e degli sconti fiscali su figli a carico, prima casa e spese mediche e previdenziali.
Tutte queste norme peseranno come un macigno sulle spalle degli Italiani.
Ma intanto 7 regioni (Veneto, Umbria, Sardegna, Emilia Romagna, Val D’Aosta, Trentino Alto Adige) non applicheranno l’aumento di 10€ sui tickets sanitari. Inoltre il PD sembra intenzionato ad una proposta di legge per abrogare questa norma.
Ma in fondo qualcosa di positivo c’è.
Si tratta dei primi 8 articoli della legge, che riguardano la riduzione dei costi della politica quali adeguamento delle remunerazioni agli altri paesi europei, auto blu con cilindrata non superiore ai 1600 cc (fanno eccezione le auto delle prime 4 cariche dello stato e le auto blindate), voli di Stato solo per le prime 4 cariche dello stato, trasparenza per le società a partecipazione pubblica e, dulcis in fundoi:
1. Benefits. Ad eccezione del Presidente della Repubblica, alla scadenza del relativo incarico, nessun titolare di cariche pubbliche può continuare a fruire di benefici connessi alla carica medesima, come pensioni, vitalizi, locali per ufficio, mezzi di trasporto, di comunicazione e di informazione
2. Finanziamento dei partiti politici. Dalla prossima legislatura i rimborsi per le spese elettorali saranno erogati solo in proporzione alla durata della legislatura. In caso di scioglimento anticipato del Senato o della Camera, il versamento delle quote annuali dei relativi rimborsi sarà interrotto.
3. Election day. Non potrà più verificarsi quello che è accaduto pochi mesi fa: il parlamento che brucia 300 mln di euro per non aver voluto accorpare i referendum abrogativi alle elezioni amministrative!
Infatti l’articolo 7 stabilisce che “A decorrere dal 2012 le consultazioni elettorali per le elezioni dei sindaci, dei Presidenti delle province e delle regioni, dei Consigli comunali, provinciali e regionali, del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, si svolgono, compatibilmente con quanto previsto dai rispettivi ordinamenti, in un'unica data nell'arco dell'anno.
Qualora nel medesimo anno si svolgano le elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia le consultazioni di cui al comma 1 si effettuano nella data stabilita per le elezioni del Parlamento europeo.

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